I Giocolieri delle Stelle,  Interviste

Intervista con i Giocolieri delle Stelle

Due anni fa ho avuto l’onore di conoscere, durante la mia ultima gita a Lucca Comics, il gruppo teatrale de I Giocolieri delle Stelle, ideatori dello spettacolo teatrale e del fan film su Lady Oscar. Ora, hanno accettato di rispondere ad alcune domande sui loro bellissimi spettacoli, sperando di ritrovarci preso in giro, in particolare nella persona di Emanuele Brusini, regista nonché il mitico André.

1. Una breve presentazione di Chi sono e cosa fanno i Giocolieri delle stelle.

Salve, e grazie per questa intervista. I giocolieri delle Stelle sono un gruppo teatrale Anspi S.Rita sito in Viareggio e costituito da persone che hanno in comune la passione per il teatro, il cinema e soprattuto per i cartoni animati,nessuno percepisce compensi e le rappresentazioni che vengono realizzate hanno solo un fine no-profit: gli incassi sono versati in beneficenza.

2. Come è nata la passione per Lady Oscar come fan?

Dalla tv, dagli album con le figurine,dai fumetti che ai tempi si trovavano in vari settimanali per biambini come ad esempio il Corriere dei piccoli o Candy Candy tv junior,ecc. Diciamo che tutto il gruppo e’ fan di Lady Oscar,da sempre,io personalmente sin da quando hanno messo in onda le prime puntate dell’anime con la sigla dei Cavalieri del Re.

3. Perché si è scelto di fare un fan film e uno spettacolo teatrale su Lady Oscar e non su un altro personaggio, tipo Harry Potter o Sailor Moon?

Inizialmente io come regista, avevo pensato di fare un musical sulla regina Maria Antonietta, parlandone con il cast mi hanno detto” … allora ci sarà anche Lady Oscar?”. Cosi concordando subito con l’opinione del gruppo ho deciso che avremmo portato in scena la storia di Oscar (e Maria Antonietta) con tutte le canzoni che negli anni hanno scritto per questo immenso personaggio.

4. Come mai secondo lei Lady Oscar è ancora così famosa e cosa può dire al pubblico di oggi?

Lady Oscarè  icona senza tempo per vari motivi, dal punto di vista tecnico è  una grande storia, scritta veramente bene e realizzata con disegni eccellenti mentre dal punto di vista umano Oscar rappresenta la libertà :  libertà di scelte di vita in un periodo storico dove alla donna questo non era concesso, libertà  di combattere per i propri ideali ,libertà sia di amare che non amare, libertà di considerare la donna sempre al pari dell’uomo, soldato o nobile che fosse. Al pubblico di oggi, in una società dominata dai social e dalla tv può ricordare che si può sempre andare controcorrente e combattere per i propri ideali con eleganza senza atteggiamenti o parole di volgarità ma con coraggio e perseveranza.

 5. Che differenze, difficoltà e soddisfazioni ci sono state nel mettere su lo spettacolo teatrale e il fan film?

Diciamo che, a parte le differenze tecniche esistenti tra teatro e cinema, le difficolta maggiori sono state nel realizzare la versione teatrale, soprattutto per far entrare i vari attori nei personaggi che avrebbero interpretato, mentre il film nasce successivamente, avendo come base lo spettacolo teatrale quindi i personaggi erano già ben identificati, e i costumi già pronti. Per quanto riguarda le soddisfazioni ,la vicinanza con il pubblico, i suoi commenti e i suoi applausi durante uno spettacolo teatrale sono qualcosa di inenarrabile, detto questo , noi ci siamo affacciati al mondo dei fanfilm per la prima volta e vedere il nostro film proiettato al cinema e vincere vari festival internazionali da New York a Israele ci ha dato emozioni indescrivibili, che hanno avuto il loro apice sul palco del Festival Oniros a Saint Vincent dove siamo stati premiati insieme a stelle del cinema mondiale. Li sono scese veramente lacrime di gioia e per questo ringrazieremo sempre lo nostre eroine Lady Oscar e Maria Antonietta. (A livello televisivo, seppur per pochi secondi abbiamo portato la nostra Lady Oscar su Rai Uno intervistata a La vita in diretta, come rappresentante di uno dei personaggi socioculturali simbolo degli anni 80, anche questo ci ha reso molto felici).

6. Sia nel film che nello spettacolo teatrale c’è la scena, forte e toccante, dello strappo della camicia e della dichiarazione di André.  Questa scena è stata bollata, sia negli Stati Uniti che anche qui in Europa, come sessista perché promuoverebbe la violenza contro le donne. Che ne pensa / pensate?

Risponde Antonella Rea l’attrice che interpreta Oscar: Non si può parlare di violenza proprio perché si tratta di uno strappo di un indumento, e chi conosce bene l’episodio sa che André si ferma e chiede scusa. Lo strappo della camicia è simbolo, in questo caso ,dell’ identità femminile che Oscar tenta in ogni modo di negare a se stessa ma che alla fine scoprirà con gioia insieme al suo amato André

Regista: Io aggiungo che André si ferma, non si può parlare di violenza ma solo uno slancio di passione tra due persone che si conoscono fin da piccole che si amano silenziosamente e inconsciamente ma nessuna delle due ha il coraggio di ammetterlo. André rompe questo status ,dà colore ai propri sentimenti e obbliga Oscar a riflettere su se stessa e prendere delle decisioni. Non si può paragonare -come ha fatto la censura- questa scena alla violenza sulle donne, che è argomento serio e importante .

7. Nello spettacolo teatrale compare la Stella della Senna, perché?

Lo spettacolo teatrale è  un cross over tra gli anime di Lady Oscar e la Stella della Senna…sono due storie parallele che hanno in comune la figura di Maria Antonietta e ne mettono in luce le sue fragilità. Nel nostro musical le due eroine si incontrano per pochi secondi durante la rivoluzione francese, inoltre il personaggio de la Stella della Senna seppur narrato in modo molto più sintetico rispetto alla storia di Oscar è essenziale perché sarà  proprio la piccola fioraia parigina, che canterà tutti i pezzi dedicati a Lady Oscar, dalle due famose sigle alle canzoni dei Cavalieri del Re (Il canto di André, Alle porte della Rivoluzione ecc. )

Sia il film che lo spettacolo teatrale si concludono come la storia originale, cioè con un finale triste. Non si è pensato di fare come la Disney con Il Gobbo di Notre Dame e dare un lieto fine? Una scelta comunque coraggiosa in tempi petalosi e buonisti.

La scelta di un finale triste può andare controcorrente ma quando noi guardiamo un bel quadro a noi rimane impressa una sensazione di bellezza di armonia, la stessa cosa secondo me deve succedere quando guardiamo uno spettacolo.. magari non ci piace la realizzazione tecnica, magari non ci piacciono gli attori ma quando lo spettacolo è  finito, quale sensazione ci ha lasciato? Se con il passare delle ore , o dei giorni ripensiamo a quell’opera vuol dire che è entrata in noi e se se essa è  stata allegra o triste non vi è alcuna differenza. Dopo la proiezione del nostro fanfilm alcuni ragazzi che non avevano mai visto il cartone di Oscar hanno detto che avrebbero cercato di vedere gli episodi dell’anime perché non lo conoscevano e erano incuriositi, questo ci ha resi felici perché far conoscere questo mito e questo cartone fa parte del nostro ruolo di fans. Vorrei ricordare che il cartone è  un opera inarrivabile e ciò che noi abbiamo creato noi lo abbiamo realizzato senza sponsor senza compensi senza truccatori ecc, quindi ci scusiamo per le imperfezioni ma abbiamo fatto semplicemente del nostro meglio. Detto questo un grande saluto e un grande ringraziamento alla blogger Elena per questa intervista e un saluto affettuoso a tutti i suoi lettori. Yatta

Grazie a voi e complimenti