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L’eccellenza di Oscar

Ancora l’altra sera, quando poi purtroppo non sono riuscita a seguire fino in fondo causa problemi tecnici e marachelle del mio gatto, durante la live de Il vecchio nerd su Shingo Araki si è ribadito il concetto di quanto Lady Oscar sia ancora oggi eccellente tra gli anime, caso più unico che raro di iconicità del personaggio, trama avvincente e realizzazione tecnica perfetta.
Se siamo ancora qui ad occuparcene non è un caso, se siamo rimasti tutti così colpiti nemmeno, se continuiamo a scriverci e lavorarci su pure. Una storia unica, che colpisce come le grandi opere dell’immaginario, alla pari con romanzi, film, serial d’eccezione.
Ma quali sono questi punti di eccellenza? Eccone un elenco, secondo il mio parere di fan e di studiosa.

  1. I disegni di Shingo Araki e di Michi Himeno, meravigliosi e capaci di cambiare nel corso del tempo, a sottolineare una storia che si evolve da fiaba (il primo episodio è quasi disneyano) a tragedia.
  2. Le regie di Tadao Nagahama e Osamu Dezaki, perfette per le due fasi della vicenda, il racconto d’avventura stile Dumas nella prima parte e il dramma struggente nella seconda.
  3. La colonna sonora di Kouji Makaino o Magaino, qualcosa di senza pari, e io di musica anche tratta dagli anime ne ascolto parecchia.
  4. La rilettura originale, tra Oriente e Occidente, dell’archetipo dell’Amazzone, resa eroina tragica.
  5. I richiami, sia nel manga che nell’anime, a suggestioni culturali alte, da Shakespeare alle tragedie greche alle vicende tra Storia e leggenda del Giappone.
  6. Il riuscire, da un punto di vista orientale, a dare una delle migliori letture dell’epoca prerivoluzionaria e rivoluzionaria francese, mescolando, in maniera sapiente, realtà e fantasia. Ho visto e letto numerose altre storie ambientate all’epoca di Oscar, interessanti, certo, ma nessuna possiede la stessa forza narrativa.
  7. Il creare una nuova figura di eroina davvero femminista: non è una super eroina, non è una damigella in pericolo, combatte, è tosta, è coraggiosa, non rinuncia ad essere donna pur facendo tutto come un uomo e in certi casi anche meglio, non rinuncia ad amare, alla fine muore e diventa immortale come il personaggio di una leggenda.
  8. Il raccontare una storia d’amore struggente e immortale,  ma nello stesso tempo presentandola come moderna e paritaria, come basata su mille aspetti, dall’amicizia all’unione dei corpi.
  9. Il rileggere tutto l’immaginario legato alla corte di Francia e alle eroine romanzesche: infatti oggi non si può più pensare a Versailles o alla presa della Bastiglia senza pensare ad Oscar.
  10. Lo stravolgere gli archetipi del  racconto romanzesco rinunciando al lieto fine, distruggendo il cuore di più di una generazione e spronando la creatività come poche altre storie.

Ed ecco perché sono qui a quasi quarantun anni di distanza, ed ecco perché non sono la sola.

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