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I miei anni Ottanta con Oscar

Ormai ci siamo quasi, si avvicina il giorno del quarantesimo anniversario dell’arrivo di Lady Oscar nel nostro Paese e di quando entrò nella mia vita e in quella di tanti altri.
Allora erano gli anni Ottanta, tanto diversi da oggi, e non solo per la situazione di quest’ultimo periodo, era un mondo senza Internet, senza smatphones, senza social, senza tante cose che nel bene e nel male fanno parte della nostra vita attuale.
Lady Oscar mi appassionò subito, da quella lontana sera, e gli anni Ottanta con lei sono stati tante cose.

  • Erano  gli episodi seguiti uno dopo l’altro, con passione e trepidazione, scoprendo quanto mi poteva piacere un anime, e dire che ero già molto appassionata, essendo una super fan di Candy Candy e di Capitan Harlock.
  • Era la ricerca spasmodica delle repliche il giorno dopo, soprattutto degli episodi che mi erano piaciuti di più, in tempi prima dell’home video, dello streaming e delle piattaforme rivedere le puntate quando erano trasmesse era l’unico modo per avere di nuovo le stesse emozioni.
  • Erano le compagne di classe che ti prendevano in giro perché alla tua età guardi ancora i cartoni. Salvo poi chiederti cosa era successo nell’episodio che avevano perso (capitava già con Candy e Peline) e passare ore a discutere su cosa era successo nella famosa scena delle lucciole.
  • Era la ragazzina di due anni più giovane che non aveva capito né la scena delle lucciole né quella dello strappo della camicia, con noialtre a bocca aperta e in imbarazzo a doverle fare certi discorsi.
  • Era il credere che ci sarebbe stata una seconda stagione con le avventure di Oscar e André, anche se mia madre, vedendo il finale dell’episodio 37, disse profeticamente Vanno a morire
  • Era appassionarsi a argomenti come la Storia di Francia, la Rivoluzione, le corti, il Settecento, che poi non mi hanno mai abbandonata da allora e mi hanno ispirata negli studi, nelle letture, nel lavoro.
  • Era riempire quaderni con storie alternative e finali diversi, scoprendo le fanfiction senza saperlo.
  • Era scoprire sull’album Panini come finiva la storia di Oscar, nel primo, clamoroso e terribile spoiler della mia vita e non volerci credere.
  • Era correre in edicola ogni mercoledì per il manga tradotto e allegato al settimanale di Candy di cui ero una lettrice accanita.
  • Era collezionare le copertine e gli articoli sul Corriere dei Piccoli, con fotogrammi originali, in tempi in cui manco sapevo che esistessero gli art book.
  • Era innamorarsi della splendida colonna sonora, sognando di averla su supporto a parte, e registrare i pezzi degli episodi per averla.
  • Era passare ore ad ascoltare il 45 giri e l’LP con la storia, sussultando nella scena decisamente hard della dichiarazione di André ad Oscar.
  • Era piangere tutte le proprie lacrime con la morte di André e poi di Oscar, non c’è mai stato nient’altro che mi ha fatto così tristezza e per cui sono stata così male. E allora non c’erano forum e social in cui riempire di contumelie show runners, sceneggiatori e produttori.
  • Era fare lunghe telefonate ai pochi fan che conoscevo e rispondere agli annunci sul giornalino di Candy per sentirsi meno soli.
  • Era riuscire ad andare a visitare la reggia di Versailles e lasciarci un pezzo di cuore.
  • Era sussultare tutte le volte che in qualche altro film o anime o telefilm sentivi le voci di Cinzia de Carolis e Massimo Rossi. Quest’ultimo lo adoravo già come voce di Terence,
  • Era ricordare ad ogni 14 luglio la morte dei propri eroi. Lo faccio da allora, dal 1983 per la precisione.
  • Era aspettare ogni settimana la Guida TV per le repliche.
  • Era vedere il film live action, trovarlo trash ma poi rivederlo perché era sempre Oscar e perché André, anche se un po’ buzzurro, era un bel manzo.
  • Era prendersi una cotta colossale per André e chiedersi come piffero facesse Oscar ad avere un gnocco così in casa e a non considerarlo. Dopo quarant’anni penso la stessa cosa, solo che ho capito come reinterpreterei la scena della camicia, al contrario… E la cotta non mi è ancora passata.
  • Era celebrare il bicentenario della Rivoluzione francese facendo vedere che tu conoscevi tutta la storia e chissà come mai.
  • Era imparare a memoria Il romanzo di Lady Oscar e non digerire che ne Il ritorno di Lady Oscar lei tornasse in vita e André no.
  • Era trovare un’eroina che non ha mai smesso di brillare nella mia vita, punto di riferimento e di confronto con tutte quelle che sono venute dopo di lei.
  • Era, anche se non lo sapevo, porre le basi della creativa e della nerd che sono diventata oggi.