Film in costume

La cineteca di Oscar: Napoleon di Ridley Scott

Ieri è uscito Napoleon di Ridley Scott e ovviamente mi sono fiondata a vederlo, complici il mio amore per la Storia di Francia e il fatto che anche l’Imperatore dei Francesi fa parte del mondo della nostra Oscar, visto che la incontra nel manga, esiste un seguito della sensei Ikeda su di lui e nel famigerato Il ritorno di Lady Oscar è un comprimario.
Allora, prima di tutto non posso non dire una cosa: Ridley Scott conosce il suo mestiere e anche bene, il film ha alcuni momenti molto belli, aiutati da una scenografia, costumi, fotografia e colonna sonora davvero ben riusciti.

I punti deboli sono innanzitutto una certa frettolosità, malgrado la lunghezza del film, non si parla della campagna d’Italia e la fondamentale figura di Paolina, sorella di Napoleone, è solo una comparsa: probabilmente nella versione che dura quattro ore e passa ci sarà più spazio per questo. Napoleon dà per scontato  che si conosca tutto della sua vicenda, io so un po’ di cose, ma chi è digiuno dell’argomento potrebbe capirci poco e non è obbligatorio leggersi dei libri di Storia prima di andare a vedere un film al cinema.

Gli svarioni storici ci sono, non al livello di quelli allucinanti de Il Gladiatore, film che funzionava come trama, ma dove tra morti fittizi di Marco Aurelio e Commodo, Repubblica ristabilita, colonnato del Bernini, cupolone di San Pietro e pubblicità dei ludi gladiatorii fatta con i volantini c’era di che storgere il naso. E lo svarione più marchiano è proprio all’inizio, con una visione non corretta della morte di Maria Antonietta, che era stata imprigionata come si sa con suo marito e il resto della famiglia, e non fu poi arrestata in un secondo tempo come appare lì. L’esecuzione non fu poi come viene raccontata e meno che mai c’era Napoleone presente, che pure ebbe parole durissime al riguardo, dicendo che era stato un gesto sbagliato, meglio tenerla in vita e scambiarla con qualche prigioniero.

La storia d’amore tra Napoleone e Giuseppina fu molto più appassionata rispetto a come viene raccontata nel film di Scott, trasgressiva e folle, in quello avevano fatto meglio nella miniserie un po’ fumettone degli anni Ottanta con Jacqueline Bisset e Armand Assande. Tra l’altro, Joaquin Phoenix è un ottimo attore ma un pelo troppo anzianotto per il ruolo, soprattutto nella lunga parte iniziale, diverso sarebbe stato se il film avesse parlato solo degli ultimi anni a Sant’Elena, soprattutto vicino alla bella e brava Vanessa Kirby, di ben 14 anni più giovane di lui, quando nella realtà Giuseppina aveva sei anni in più del suo augusto consorte. Nel resto del cast merita una menzione il duca di Wellington interpretato da un Rupert Everett sembra ottimo e ormai invecchiato, ben doppiato da Gianni Giuliano, mentre Adriano Giannini non è particolarmente incisivo su Napoleone, meglio Francesca Manicone, già Fred in Angel e Amy Pond in Doctor Who, come Giuseppina.

Ma del resto noi non c’eravamo come ha detto Ridley Scott e cosa possiamo sapere? Curioso vedere come i francesi si siano scagliati contro il film, punti sul vivo, hanno certo accolto molto meglio la nostra sensei Ikeda con Oscar e Eroica. E anche queste sono soddisfazioni.
In ogni caso, un film che si può vedere, anche se io sull’argomento continuo a preferire se si resta nei polpettoni Desirée con Marlon Brando e Jean Simmons oppure l’ottimo I vestiti nuovi dell’imperatore con Ian Holm e girato qui a Torino, senza dimenticare I duellanti. E Ridley Scott alla fine potrebbe fare qualcosa di interessante con la storia di Oscar…

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