Anime,  Follie varie

Lady Oscar e il politically correct

Riporto con qualche cambiamento l’articolo che ho scritto in precedenza per il blog Vita da bibliofila.

Nelle scorse settimane ho acquistato in fumetteria il bellissimo box de Le rose di Versailles Encore con le storie fuori serie di Lady Oscar, tra vicende gotiche, approfondimenti sui personaggi e un finale che coinvolge Rosalie. Mi è venuta voglia di ricominciare a scrivere fanfiction, e in particolare su Oscar, e ho già iniziato.
In parallelo, per evadere dall’atmosfera mefitica dei social ho iniziato ad andare in un forum sempre su Oscar, dove c’è gente simpatica e discussioni interessanti, con tante curiosità: in particolare una mi sta piacendo molto, che parte da uno degli episodi più belli e controversi, nonché forti e toccanti, il numero 28, Un innamorato respinto.


Per chi non sa o non si ricorda cosa succeda in questo episodio (vergogna…), ecco due parole: Oscar si deve confrontare con il fatto che il conte di Fersen di cui lei è infatuata non la ricambierà mai, per questo motivo, in preda alla rabbia, decide di annullare ogni sentimento dal suo cuore, vivere da uomo e lasciare la Guardia reale. André sta perdendo la vista e di fronte a quello che succede è straziato, ma quando lei gli dice in maniera brusca che non intende può averlo al suo servizio come attendente, lui si arrabbia e pronuncia la celebre frase Una rosa sarà sempre una rosa e non potrà mai essere un lillà. La cosa fa imbestialire Oscar che gli salta al collo pronta a menarlo come fa di solito, peccato che questa volta André reagisca, la afferri, la baci, la butti sul letto e le strappi la camicia da dosso. A quel punto lei rimane allibita e ferita, perché ha visto sparire per sempre quello che credeva il suo migliore amico, lui le chiede perdono e le dichiara il suo amore. Per un bel po’ lei farà finta di niente, imbarazzata e scioccata.

All’epoca in cui vidi questo episodio per la prima volta la cosa mi sconvolse non poco: guardando gli anime avevo capito che i giapponesi hanno un modo diverso, non sempre migliore né sempre peggiore di trattare argomenti come violenza, rapporti interpersonali e amore, ma lì davanti ho visto per la prima volta un personaggio positivo, dolce, adorabile, che perde le staffe e commette quella che è a tutti gli affetti un’aggressione a sfondo sessuale, sia pure poi bloccata da lui e causa di tormenti per il diretto interessato fino a quasi alla fine, visto che dopo questo fatto lui non oserà praticamente più guardarla negli occhi o sfiorarla anche solo per salutarla.
Ataru Moroboshi di Lamù e Lupin III non sono il massimo del corretto con le donne, ma sono personaggi ironici, anche se devo dire che in certi momenti il loro atteggiamento con l’altro sesso è un po’ sconcertante. Ma la scena di Oscar e André è sconvolgente, la distruzione di un’amicizia e di una confidenza tra amici, e la possibile nascita di un qualcosa che ci metterà tanto a sbocciare, forse troppo, e in maniera decisamente dura.

Anche rivedere a distanza di anni rivedere la serie di Lady Oscar è sempre una grande emozione, dovrò farlo presto per il saggio sulle donne guerriere nell’immaginario che sto scrivendo oltre che per il saggio riveduto e corretto in tema Il mondo di Lady Oscar, e ci sono dei punti davvero tosti, lasciamo stare il finale soprattutto quando muore il povero André, e l’episodio Un innamorato respinto è uno di questi, anche nell’ottica giapponese per cui il sesso non è questo peccato capitale che è per la cultura cristiana, con un’eroina tosta che subisce un’umiliazione pesante da una persona di cui si fidava ciecamente e a cui era legata, sentendosi per la prima volta oggetto di un desiderio che non sapeva che esistesse in lui (un po’ ciecata era lei).
Non voglio entrare nella diatriba che c’è on line in cui si dice che André non voleva strapparle la camicia ed è stato un incidente o su che non le avrebbe mai fatto del male sul serio, e quindi non è un tentato stupro (secondo la legge in vigore in molti Paesi occidentali un fatto come quello visto nell’anime può essere denunciato come reato), o anche su chi dipinge lei come una stronza senza cuore e lui un santo, e nemmeno su chi dice che lui abbia sbagliato senza appello. Sta di fatto che questo episodio trasmette molte emozioni forti, di quelle che comunque ti fanno crescere, fa capire la fragilità umana, la forza dei sentimenti, la paura della solitudine, i danni che si fanno se si ama troppo ma anche il bisogno di perdonare.

Oggi si parla molto di cultura dello stupro diffusa nelle storie dell’immaginario, ovviamente bisogna fare dei distinguo tra le storie, però speriamo che le Vestali del politically correct non rivolgano i loro strali anche contro Lady Oscar e questo episodio, dove certo c’è un momento non facile per una protagonista tosta, una bella ma discutibile lezione di umiltà imposta da qualcuno che vuole farle capire che se si vuole la si può sovrastare perché una donna è comunque più debole di un uomo, ma dove c’è anche un atto di amore folle e disperato, uno dei più belli visti, ma non per questo meno straziante.
Il politically correct è davvero irritante nel suo voler tagliare pulsioni e situazioni, nel pensare che tutto si possa risolvere costruendo un mondo falso in cui tutti la pensano alla stessa maniera e non esistono sentimenti forti, né negativi ma nemmeno positivi. Poi si può discutere sulla rappresentazione in certi film e storie di una cosa orrenda come lo stupro, ma questo non è certo un problema della disperazione di André e del suo atto forte, non gradevole, ma che viene subito condannato da lui stesso.

Ecco, trovo allora più pertinenti certe critiche riguardo alla cultura dello stupro presenti in altre storie, tra l’altro simili a Lady Oscar come genere, quali i vecchi film anni Sessanta di Angelica (ma erano altri tempi e altra sensibilità, certo che ci sono alcuni momenti disturbanti), o la serie di Outlander, da me lasciata dopo una stagione proprio per questo malgrado l’ambientazione scozzese, visto che lo stupro dei protagonisti è stato usato in maniera troppo ripetitiva come evento ridondante e sgradevole, con anche situazioni oltre il limite come una violenza di gruppo contro Claire.
Ma lasciamo in pace Lady Oscar e le sue peripezie, perché altrimenti si diventa ridicoli, e il politically correct è una nuova forma di censura, totalmente idiota e senza senso: se una cosa non piace o disturba, non la si legge e non la si guarda, ma non si fanno crociate assurde.
Comunque, io avrei tanto voluto, come tante altre persone della mia generazione, che Oscar e André avessero superato prima incomprensioni e pippe mentali, e avessero avuto qualcosa in più che quell’unica notte nella foresta in mezzo alle lucciole o nel letto al baldacchino nel manga. Per questo esistono le fanfiction.