Approfondimenti

Il femminismo di Oscar

In varie occasioni, la sensei Ikeda ha detto che il personaggio di Oscar riflette i suoi ideali femministi, basati sulle pari opportunità, sul fatto che una donna possa fare le stesse cose che fanno gli uomini, anche meglio, senza rinunciare per questo ad essere donna, e soprattutto senza essere una super eroina, ma restando umana e non avendo paura di dimostrarsi vulnerabile e di ragionare anche con il cuore e i sentimenti.
Questa visione è stata ovviamente ripresa anche dall’anime, creando una protagonista unica e rivoluzionaria non solo nel mondo dei manga e dei cartoni animati, capace di colpire per tutte le sue buone qualità senza però essere stucchevolmente buona.
Oscar sceglie di prendere l’incarico di guardia di Maria Antonietta non perché è incerta sul suo genere, come sostiene qualcuno che della sua vicenda non ha capito un emerito belino come si dice a Genova, ma perché sa benissimo che è l’unico modo di mantenere la sua libertà di scelta e di movimento, e supporta fin dall’inizio le altre donne, la principessa e poi regina, Rosalie, Diane, non disprezzando le antagoniste, come dimostra l’ammirazione che ha per Jeanne, nonostante questa la stia infamando come poche.
Ma Oscar non è nemmeno di quelle femministe irritanti e insopportabili che fanno la guerra all’altro sesso, vedendolo come formato tutto da stupratori e prevaricatori, infatti ha un rapporto di stima e rispetto con gli uomini con cui ha a che fare, basti pensare a Girodel, ma anche ad Alain e ai Soldati della Guardia. Con André poi la simbiosi è totale, il messaggio è anche dietro ogni grande donna c’è un grande uomo, ed Oscar lo supporta e stima talmente tanto che gli perdona subito anche il colpo di testa che ha avuto, non si mette a urlare da sgallettata isterica Mi ha molestata, ma rimane sconvolta perché capisce quanto soffre André da aver fatto una cosa così estrema e nello stesso tempo si dispiace per lui, cominciando a vederlo come uomo. Tra le sue braccia scoprirà poi l’amore totale e struggente, quello voluto da entrambi, un bello schiaffo a quelle fanatiche deliranti che dicono che gli uomini costringono sempre le donne a subire il sesso. Oscar non ha subito niente, anzi, ha amato talmente tanto André sotto tutti i punti di vista che non potrà pensare di vivere senza di lui, e il fatto di far scegliere al suo compagno cosa fare il 13 luglio non è sottomissione, ma comunanza di intenti per un mondo migliore.
Essere femministe non vuol dire essere vittime che piagnucolano dalla mattina alla sera e che urlano al nemico patriarcato ad ogni piè sospinto, ma vuol dire essere coraggiose, costanti, collaborative, generose. In pratica essere come Oscar.

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