Film in costume,  Maria Antonietta

La cineteca di Oscar: Maria Antonietta serie BBC

Come fan di Oscar non potevo non essere colpita dalla notizia, oltre un anno fa, che la BBC, che un tempo era famosa per fare ottimi serial e film in costume, stava realizzando una serie TV su Maria Antonietta, ideata da Deborah Davis, già sceneggiatrice de La Favorita, film che avevo comunque trovato greve e poco coinvolgente.
La serie è ora arrivata, almeno la prima stagione, corre voce che ce ne saranno altre due, ed è inevitabile a questo punto una critica su questa prima parte.

Io sono una persona che vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, per cui partirei dai lati positivi, che ci sono. Ovviamente, uno sono le riprese a Versailles, sempre bella da rivedere, e anche in altri castelli noti, come Vaux le Vicomte e Fontainebleau. Chiaramente, come nel caso del live action di Oscar, questo però non è un merito della produzione. Belli anche i vari ambienti come arredamento, facile quando uno se li trova pronti.

I titoli di testa sono fatti bene, l’idea di Maria Antonietta vista come Alice in un paese delle meraviglie che tale non è non è male, almeno in quella sequenza. Bella la fotografia e niente male anche la colonna sonora, con molti brani classici. Alcuni costumi, in particolare delle dame al seguito della protagonista, sono decisamente belli, ed è bello che si veda la famosa pettinatura di Maria Antonietta con la nave nei capelli.

Una parte del cast non è male, a cominciare dai due protagonisti, Emilia Schule e Louis Cunningham, senza dimenticare i veterani James Purefoy e Marthe Keller. Io trovo meravigliosa Gaia Weiss, già vista in Vikings, che sarebbe una perfetta Oscar e qui è Madame Du Barry. Buono anche il doppiaggio italiano, con Letizia Ciampa, già voce di Hermione e Daenerys, a dare la voce alla protagonista, Flavio Aquilone, Draco, a dare l’anima a Luigi XVI e Stefano de Sando, nuova voce di De Niro, come Luigi XV.

Discretamente bonazzo il conte di Fersen, certo meglio di Jamie Dorman nel film di Sofia Coppola, e le scene in cui è in uniforme di colpo fanno pensare ad Oscar e come sarebbe bello un live action fatto con tutti i crismi.

Apprezzabile anche il fatto che non ci siano forzature etniche come in Bridgerton, il cavaliere di Saint Georges, su cui uscirà presto un film, era un personaggio storico ed era davvero di colore.

E adesso passiamo ai lati negativi: un uso evidente e stucchevole della computer graphic in certe scene di esterno fuori Versailles, capisco che bisogna cancellare le tracce della modernità, ma c’è modo e modo. Versailles e gli altri castelli erano affollatissimi all’epoca, dicono che ci sia poca gente nelle scene per via delle restrizioni per il cosiddetto vairus, ma sono davvero squallide, basti pensare alla consegna di Maria Antonietta sul Reno o al suo arrivo a Compiegne. In questo, si migliora nell’ultimo episodio.

Il trash che gronda in ogni scena e situazione: avevo già notato la mania per la cacca che ha la signora Davis ne La favorita, decisamente ridondante, a questo si aggiungono tutta una serie di serie di sesso gratuite, non perché io sia una bacchettona, ma siamo davvero sul fumettistico e sull’assurdo, e non credo che tra Luigi e Toinette ci fossero poi tutte queste super trombate stile Nove settimane e mezzo. Volgare, gratuito, con alcune chicche, come Madame Du Barry che insegna alla Delfina l’arte di amare, il fratello del re che si bomba la suddetta contessa, Madame de Lamballe che vorrebbe farsi Toinette, il triangolo tra la Polignac, il marito e l’amante, la moglie di Provence dedita a tavanate saffiche, il duca d’Orléans che molesta la Delfina, Luigi XV che struscia il suo randello eccitato sulla povera moglie del nipote… insomma, capisco che è roba che vende, ma dopo un po’ stufa e anche tanto.

La storia d’amore che sarebbe stato bello vedere rappresentata nella sua pienezza, quella tra Maria Antonietta e Fersen, diventa una robetta di poco conto, senza nessuna emozione. I fatti storici sono trattati con disinvoltura e approssimazione, e mancano personaggi importanti, come Madame Elisabeth, l’adorata sorella minore di Luigi, e soprattutto il Conte d’Artois, l’altro fratello di Luigi XVI, molto più interessante di Provence (ma era davvero omosessuale o l’hanno messa come cosa per strizzare l’occhio a Zan e soci?), modaiolo, amante del teatro, molto amato da Maria Antonietta, anche lui sposato con un’invidiosa principessa piemontese. La povera Lamballe, mia concittadina, bellissima donna bionda in realtà, è una cozza terrificante, e lo stesso Luigi XVI viene presentato  come un puzzone con la sindrome di Asperger, quando in realtà lui era stato educato in maniera molto bigotta e repressa, e soprattutto gli era stato inculcato di odiare gli austriaci.

Paragonando questo serial a tre altre rivisitazioni della storia di Maria Antonietta, e cioè Lady Oscar manga e anime, il film per la TV del 1989 Maria Antonietta regina di un solo amore con Emmanuelle Béart e il film di Sofia Coppola, ne esce davvero con le ossa rotte, e in certi momenti mi veniva da rivalutare persino il film di Jacques Demy sulla nostra Oscar. Là c’erano emozioni, c’era misura, c’era voglia di intrattenere rifacendosi alla realtà storica del personaggio. Qui, è per lo più un polpettone trash, con cadute di gusto da far rizzare i capelli, con l’intento, sbagliato, di fare di Maria Antonietta un incrocio tra una Lady Diana del suo tempo (personaggio troppo diverso) e una femminista ante litteram, cosa fuorviante e assolutamente fuori dal contesto.
Per l’ennesima volta, mi rende conto della grandezza dell’opera della nostra sensei Ikeda e della sua trasposizione anime: se verranno fatte ulteriori stagioni, le guarderò per curiosità, sperando che migliorino, ma le premesse non sono il massimo.

https://www.youtube.com/watch?v=jHHRk2cYmPI

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