L’immanenza di Oscar

In questi giorni post conclusione de La leggenda di Lady Oscar, in cui sto ancora limando il testo e cercando le immagini, mi sono resa conto ancora una volta di quanto Oscar sia una presenza fissa della mia vita da anni, da una vita ormai.
Penso che sia arrivata al momento giusto, quando tra infanzia e adolescenza nascono le passioni che ti accompagnano tutta la vita, e comunque i suoi meriti li aveva eccome, e vedere tutto questo interesse suscitato da un marchio di moda non può che rendermi felice, anche se non basta, Oscar merita di più, perché il suo personaggio e la sua storia restano eccezionali.
Poi, sulle strumentalizzazioni tipo quella gender fluid c’è molto da ridire, ma l’importante è che si racconti e si parli di chi è davvero Oscar, un’eroina umana e straordinaria, di fantasia ma come se fosse reale, non una marionetta ad uso delle mode del momento.
I classici sono quelle opere che a qualsiasi età hanno sempre qualcosa da dire, che ti colpiscono una volta e per sempre, e che ogni volta che li riprendi in mano non stancano mai. Ecco perché essere grandi ma avere dentro di sé ancora il fanciullino o la fanciullina (Pascoli docet) che si è innamorato di Oscar (sì, lo confesso, lei ed André sono due amori della mia vita, e non sono due pezzi di cartone) e averlo fatto crescere con sé è una vittoria, una vittoria importante. E non bisogna vergognarsi se si finisce con il fazzoletto in mano nella scena della morte di André o si urla ancora No! quando quel grandissimo bastardo del comandante della Bastiglia dà quell’ordine orribile. Comunque le nostre passioni sono la nostra vita, e segnalo comunque tre miei lavori, il sito su Candy, quello su Buffy e quello su The X-Files. Tre storie bellissime, ma Oscar viene e verrà sempre prima, anche perché da quando è entrata nella mia vita l’ho rivista e ritrovata poi in mille altre storie, in mille cose a cui mi sono appassionata, in mille attività e progetti.