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Oscar queer o no?

Tre anni fa partecipai al mio ultimo Pride, un evento che ho amato per tanti anni ma a cui ho deciso di non andare più perché non condivido integralismi e ipocrisie che sono emersi in quell’ambiente, e incappai in questa simpatica ragazza.

Chiaramente la apprezzai molto. Non è un mistero per nessuno che Oscar sia diventata un’icona gay, che non vuol dire essere gay, visto che tra le icone gay ci sono personaggi reali e inventati come Judy Garland, Liza Minnelli, Marilyn Monroe, le Spice Girls, Lady Diana, Madonna, Barbra Streisand, Raffaella Carrà, Lorella Cuccarini, Dana Scully, Buffy, Sailor Moon, Wonder Woman. Non c’è niente di male in questo, il movimento gay tende a scegliere figure carismatiche e affascinanti che trasmettono un’idea di libertà e di stile come sue icone, ed è bellissimo. 

Ma Oscar non è gay, anche se il tema gay è trattato, visto che di lei si innamora Rosalie, e su questo sentimento credo che quanto prima scriverò delle storie, ed è l’ennesimo amore infelice della storia. Maria Antonietta viene accusata da Jeanne de La  Motte di avere rapporti lesbici anche con Oscar (cosa censurata nel doppiaggio dell’anime, ma ora si sa perché Oscar si incacchiava di brutto), ma del resto l’accusa di essere lesbica fa parte della diffamazione dell’ultima regina di Francia, che fu pure accusata di incesto.
Oscar è un’icona femminista, una donna che prima per costrizione e poi per scelta fa un lavoro da uomo, ma che si innamora di uomini, e che trasmette l’idea che conta innanzitutto essere persone, perché essere donna non deve impedire di essere coraggiose, leali, toste, astute e fuori dagli schemi, così come essere uomo non impedisce di essere dolci, affettuosi, sensibili, capaci di prendersi cura della donna amata. Un messaggio di grande modernità.

Da ragazzina rimasi contrariata dal famoso articolo di Tuttolibri in cui diceva che nella storia di Oscar c’erano sottintesi gay, e ne ho parlato qui. Crescendo, ho conosciuto tutto il lavoro dei vari fan ad immaginare storie di vario tipo tra i propri personaggi preferiti, da Kirk e Spock di Star Trek alle due mie coppie preferite, Mulder e Krycek e Angel e Spike, e mi piace molto, ma in Oscar non lo vedo tanto, anche se avevo apprezzato a suo tempo la dojinshi Revolution tra André e Alain, e forse ci tornerò su un giorno o l’altro. 

Ma Oscar non è gay né tantomeno gender fluid, è un personaggio libero e virtuoso, che trasmette certe idee in tema. Trovo ancora più assurdo tra l’altro parlare di Oscar come di un uomo transgender, sui transgender tra l’altro io la penso come J. K. Rowling e ritengo che l’identità di genere sia una delle tante mistificazioni contro natura del nostro tempo.
Oscar resta delusa da Fersen e dichiara di voler vivere da uomo perché è ferita dentro, e pensa che annullando il suo cuore e i suoi sentimenti non soffrirà mai più, e resta sconvolta dal gesto di André, che le dimostra invece che come donna ci sarà sempre qualcosa che la renderà diversa da un uomo. Tra i deliri che ho sentito, c’è che André la sottoporrebbe quasi ad uno stupro correttivo per farla vivere da donna, mai sentito un’assurdità come questa.
La storia di Lady Oscar, giustamente, va contro le assurdità delle gender, ribadendo che o siamo donne o siamo uomini, e questo non si può cambiare in nessun modo, e che piuttosto ci sono mille modi di essere uomini o donne senza rinnegare la propria natura. E scusate se è poco.

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