50 anni di Versailles no Bara,  Manga,  Oscar ed io

50 anni di Berubara: le edizioni italiane

Versailles no Bara è lo shojo manga tradotto più volte nel nostro Paese, a partire dal lontano 1982, e l’Italia è il primo Paese occidentale che l’ha proposto in una sua lingua.
Ci sono queste due foto mie, una è dell’estate del 1983 o 1984 e l’altra del 2019, che testimoniano un interesse che dura ormai da una vita. Infatti ho tutte le traduzioni, perché ognuna ha rappresentato un periodo della mia vita.

L’edizione della Fabbri, uscita tra il 1982 e il 1984, sancisce il momento della mia grande passione adolescenziale per Oscar, che poi mi ha segnata a vita, in modo ovviamente positivo.

La Granata Press pubblicò Oscar tra il 1993 e il 1994, il periodo del mio ingresso ufficiale nel mondo otaku, nel fandom e nella scrittura, oltre che della mia laurea. L’entusiasmo che avevo in quel periodo era incredibile.

Panini Comics pubblicò la terza traduzione tra il 2001  e il 2002: avevo da poco cambiato casa, mi stavo facendo strada su Internet e come grafica e webmaster.

L’edizione della D-Books è uscita tra il 2008 e il 2009, nel periodo in cui mi ero iscritta a due master e avevo iniziato nuovi progetti e iniziative, più concreti e non solo da fan.

L’edizione Goen è uscita tra il 2015 e il 2017, dopo che avevo scritto le mie due versioni del libro su Oscar, mentre ero alle prese con collaborazioni culturali e scrittura. Sembra un secolo fa.

E arriviamo all’ultima traduzione, tra il 2020 e il 2021, in un periodo nero ma da cui ho provato a risorgere come la Fenice, attaccandomi proprio ad Oscar per reimpostare la mia vita, le mie priorità, le mie passioni e le mie attività.

Che dire? Poche altre opere mi hanno appassionata così tanto e così a lungo, tra i fumetti Oscar è un’eccezione, ne ho letti tantissimi altri, ma non con questo fervore e questo attaccamento e per così tanto tempo. E anche paragonandola ai libri, forse l’unico che gli sta alla pari come sodalizio lungo è Piccole donne. Del resto, lo stesso discorso vale anche per l’anime. E parafrasando la frase di un grande come Alan Rickman, a ottant’anni leggerò ancora il manga di Oscar e guarderò l’anime e se qualcuno mi dirà Ma come, lo fai ancora, io dirò Sempre…