Doppiatori

Viva il doppiaggio di Oscar (e non solo)

Lady Oscar ha avuto dalla sua tanti punti di forza, la vicenda narrata, l’ambientazione storica, l’amore tra Oscar e André, il meraviglioso comparto tecnico e creativo… ma in Italia è stato fondamentale anche l’ottimo doppiaggio, realizzato dalla Citiemme di Roma con la direzione di Isa Barzizza.
Certo, la traduzione non era sempre precisa, Ballou invece che Valois, ti voglio bene anziché ti amo come tutto il cuore, con qualche concetto edulcorato, come il vero mestiere di Nicole la sosia della Regina, che non fa la mendicante ma altro, e cosa dice veramente Jeanne al processo della collana. Ma la qualità era talmente alta e le voci talmente iconiche che si poteva anche andare oltre.
Noi fan riconosciamo ancora oggi Cinzia de Carolis e Massimo Rossi da due mezze battute come le voci di Oscar e André, proprio in questi giorni mi è balzato il cuore in petto ne La Signora in giallo, nel sentire la Rosa di Versailles dietro a due personaggi molto diversi tra di loro.
Conoscere i nostri beniamini è stato un onore e un’emozione incredibili, e non è comunque un caso che sia Cinzia che Massimo che vari loro colleghi, come Laura Boccanera, Luciano Roffi, Marco Guadagno, Romano Malaspina, siano poi stati e siano le voci di altri famosi attori e personaggi.
In questi giorni uscirà al cinema un film americano, di uno dei fratelli Coen, solo in edizione con i sottotitoli: alcuni intellettualoidi accolgono questa notizia esultando, dicendo che era ora, che bisogna farla finita con questa abitudine retriva di doppiare i film, tutta italiana, causa della nostra crisi economica e non della deindustrializzazione e delle speculazioni finanziarie.
Ho una brutta notizia da dare loro, anche all’estero doppiano i film, gli anime e i serial. Del resto, guardare un film, o un anime o un serial TV con i sottotitoli è pesantissimo e poco praticabile per esempio se uno ha problemi di vista, come la sottoscritta. Ho smesso di frequentare i festival anche per questo motivo.
E siamo in tanti a pensarla così, ci piacciono le belle storie, ma perché le belle storie siano tali, come quella di Oscar, bisogna che siano in un linguaggio che capiamo, la nostra lingua madre, e non con sottotitoli, guardateveli voi i film così, ma non può e non deve diventare la norma.
Non parliamo poi dell’ipotesi di sostituire i doppiatori con voci generati dalla famigerata intelligenza artificiale, orrenda e fredda in tutte le sue manifestazioni.
I nostri doppiatori sono bravi, bravissimi e ci fanno sognare da decenni. E Lady Oscar è uno dei tanti esempi eccellenti di questo. Ma piantiamola di voler avere la puzza sotto il naso a tutti i costi… sperando che se ci sarà un remake di Oscar Cinzia, Massimo e i loro colleghi tornino a deliziarci…

KODAK Digital Still Camera
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